quarta-feira, 30 de janeiro de 2013

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La realtà negli allevamenti intensivi
(I testi sono tratti dal sito “Io Vegetariano”)


Le nostre tradizioni, le nostre abitudini alimentari e la società moderna non ci permettono
spesso di riflettere sull’origine del cibo che siamo abituati a consumare ogni giorno, sedersi
a tavola e mangiare della carne è un gesto consueto e “naturale” per moltissime persone.
Ignorare l’origine del nostro cibo è però sempre più non una mancanza, ma addirittura una
colpa, non voler sapere cosa si cela dietro la “fettina” rappresenta una totale fuga dalle
responsabilità che ognuno di noi ha nei confronti degli animali non umani; di seguito
troverete elencati alcuni trattamenti che esseri senzienti capaci di soffrire hanno dovuto
subire e subiscono ogni giorno per poter diventare cibo per le nostre tavole.
Essere informati e consapevoli delle sofferenze e delle ingiustizie che ci
circondano è un dovere morale imprescindibile tanto quanto trarne le dovute
conseguenze
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Vitellone da Ingrasso
Secondo la zootecnia moderna sono i bovini tra i 12 e i 24 mesi.
In Italia vengono acquistati ad una età tra i 6 e i 16 mesi e vengono ingrassati fino alla
macellazione.
Nei piccoli allevamento la loro situazione è quella di rimanere legati alla mangiatoia in
maniera tale da poter mangiare il più possibile senza sprechi di energia. Il vitello non avrà
più la possibilità di pascolare (se ha avuto la fortuna di averla in precedenza).
Negli allevamenti industriali invece, dove si trova la maggioranza dei vitelloni, sono tenuti
in box in cui sono liberi. I principali problemi sono l'affollamento dei box e la qualità della
lettiera.
Per quanto riguarda la quantità dello spazio non ci sono misure a cui l'allevatore deve
attenersi. Invece del terreno e della lettiera in paglia nella maggior parte degli allevamenti i
vitelli devono stazionare sul cemento. Il che rende difficoltoso e scomodo lo spostamento
con fastidi alle articolazioni essendo il cemento una superficie dura e non soffice come la
terra.
L'alimentazione forzata è costituita da insilato di mais (ovvero la pianta intera macinata e
conservata in silos) mescolato ad integratori di natura chimica, appetizzanti, coloranti,
conservanti, ecc.
Queste sostanze chimiche servono a stimolare l'appetito che altrimenti non sarebbe tanto
alto da fargli accettare un cibo così scadente così lontano dalle loro abitudini naturali.
Inoltre vengono a loro dati antibiotici che hanno la doppia funzione di favorire la crescita e
proteggerli da eventuali infezioni dovute alle condizioni igieniche disastrose (nella
stragrande maggioranza dei casi).
I loro segni di malessere sono movimenti stereotipati, ossessivamente ripetuti e spesso
sono abulici, cioè giacciono apatici sul loro giaciglio.

Vitelli da carne bianca
In ambito tecnico è definito l'allevamento che permette di ottenere da grandi quantità di
cibo ricco di proteine ad alto valore biologico piccole quantità di cibo povero di proteine a
basso valore biologico. Dal punto di vista salutare ed economico (da un punto di vista
globale) è una perdita di risorse nutritive. Nell'allevamento del vitello a carne bianca , detto
anche vitella, vitello sanato o lattone, a seconda delle regioni, gli animali sono rinchiusi in
stalle individuali o gabbie molto strette (60 cm di larghezza per 160 cm di lunghezza),
legati ad una catena di circa 30 cm, impossibilitati nei movimenti che non siano quelli di
coricarsi ed alzarsi.
Non possono accudire a se stessi (toelettarsi, ossia leccarsi e sistemarsi il pelo), non
possono avere attività di interscambio con gli altri animali, sono privati della possibilità di
soddisfare i loro bisogni etologici e fisiologici. Vengono alimentati solo con latte liofilizzato o
un particolare "latte" chiamato "latte senza latte" costituito da ingredienti che quasi nulla
hanno a che fare con il latte, mentre il vitello sarebbe già in grado di iniziare a nutrirsi di
erba dopo 15-20 giorni di età.
La quasi totale immobilità e l'alimentazione carente di ferro sono indispensabili per
mantenere anemiche, cioè pallide, le carni dei vitelli. Le loro "carceri" sono costruite in
legno o plastica per evitare che leccando materiale metallico possano così sopperire alla
mancanza di ferro nella loro alimentazione che andrebbe a modificare il colore della loro
carne rendendola rossa andando così contro le richiesta di mercato. La loro vita dura
circa sei mesi, quelli che intercorrono tra l'introduzione nella stalla e l'avviamento al
macello. Le condizioni di continuo stress, dovuto all'impossibilità di soddisfare i propri
bisogni fisiologici ed etologici, l'affollamento e le carenze alimentari rendono indispensabili
l'uso massiccio di farmaci per evitare forme patologiche. Per ottenere innaturali incrementi
di peso i vitelli sono sottoposti a trattamenti con promotori di crescita quali ormoni e
beta agonisti.
I residui di questi trattamenti possono restare nella carne e causare danni al consumatore.
La carne ottenuta da questo tipo di allevamento rappresenta il 18% dei consumi di carne
bovina in Italia. E' preferita per bambini ed anziani per una sua presunta qualità superiore
(cosa non veritiera). Non presenta infatti nessun vantaggio nutrizionale anzi presenta
carenza di ferro, una ragione in più per fare a meno della sua produzione e del suo
consumo.
Le aziende interessate sono circa 2.000 ed allevano 1.500.000 vitelli dei quali
1.000.000 importati dall'estero. Il metodo di allevamento attuale pregiudica gravemente
lo stato psicofisico degli animali per più motivi.
Innanzitutto sono tenuti in uno stato di estrema carenza di spazio. Se si considera che
crescendo gli animali giungono ad essere alti al garrese (parte alta della spalla) fino a 90
cm ne consegue che essi non possono più coricarsi allungando le gambe neanche per
dormire.
Tutti gli animali per dormire profondamente devono potersi adagiare sul fianco e allungare
completamente gli arti. Ai vitelli da ingrasso da carne bianca questa possibilità è negata.
Questo genera uno stress continuo (come è naturale pensare).
Poiché l'animale non pensa e non ragiona (tale è in sunto il preconcetto ideologico), non
può reagire al variare delle condizioni.
In verità (come dimostrato da studi di etologia) l'animale non è un automa, ma un essere
vivente dotato di una sua complessità e che reagisce al variare delle condizioni esterne
anche con un cambiamento delle sue risposte e reagisce agli stimoli negativi con la
sofferenza e con l'alterazione del proprio comportamento.
Molti sono i comportamenti dei vitelli indicatori del loro malessere: leccare
ripetutamente il pelo o le parti metalliche dei box, estrema facilità a reagire scalciando a
qualsiasi elemento estraneo, movimenti ripetuti e ossessivi non finalizzati ad uno scopo
preciso, ecc. Inoltre le condizioni igieniche spesso sono disastrose.
Urine a feci scorrono nei canali a loro sottostanti così vengono tagliate le code per
evitare che il pelo sulla punta della coda posso inzupparsi. In tal modo negano ai vitelli la
possibilità di scacciare con più facilità le mosche (attirate dalle sporcizia) che li torturano
durante i sei mesi di vita. Alla produzione di carne bianca sono destinati tutti i vitelli di
sesso maschile delle razze da latte più le vitelle scartate dalla rimonta aziendale. Questo la
dice lunga su quando fondata sia la scelta vegana di distaccarsi dall'allevamento di vacche
da latte che molto si avvicina al mondo delle macellazione ed al ciclo di morte che ne
consegue.

Mucche da latte
Allevate come macchine, producano in media circa 40 litri di latte al giorno. Sfruttate
solo nella loro età più giovane e poi svendute per il macello alla sola età di 4 anni (dati
rilevati in azienda agricola allevatrice di frisona). Per massimizzare la produzione (che in
alcuni periodi dell'anno arriva anche a 70 litri giornalieri a capo, a detta dello stesso
allevatore) sono costrette a vivere la loro breve vita dentro bui capannoni. La triste realtà è
che gli animali si abituano a questa situazione e psicologicamente non stanno male
(altrimenti non produrrebbero così tanto) ma è loro negata la libertà di una vita gradevole
e sociale. Dentro i capannoni hanno la possibilità di muoversi abbastanza liberamente
scegliendo tra un pisolino nella lettiera individuale e un pasto nella sala mangiatoia. In
questi allevamenti gli esemplari sono tutti femmine e la fecondazione è artificiale. La
selezione è rigorosamente basata su caratteristiche genetiche che si rifanno sulla
produttività dell'animale. Chi non ha certe caratteristiche (tra le femmine) e tutti i maschi
nati vanno al macello. L'alimentazione è importantissima perché si abbia una notevole
produzione, così questi animali sono sottoposti a super alimentazione (un tempo anche
farina animale). Dal punto di vista anatomico, le mammelle sono troppo sviluppate (frutto
di selezioni genetiche) il che provoca mastiti che vengono prevenute con somministrazione
di antibiotici. In passato (prima dello scandalo delle mucca pazza) veniva aggiunta alla
dieta delle mucche da latte farina animale derivata dalla macinazione di carcasse di altri
animali o degli scarti della macellazione. Questo avveniva perché la farina animale era
un'ottima fonte di energie che favoriva una buona produzione a costo praticamente nullo.
Oggi le condizioni sono migliorate, ma le mucche vengono sempre considerate come delle
macchine, che una volta non più buone per la produzione di latte vengono destinate alla
macellazione. I vitelli che non verranno allevati per la produzione di latte vengono subito
isolati dalle mamme e nutriti con latte in polvere (per evitare che nutrendosi del latte della
madre privino l'allevatore di metà della produzione giornaliera) e poi ingrassati e destinati
alla macellazione. Le mucche vengono sottoposte giornalmente due o tre volte alla
mungitura meccanica.

Maiali da ingrasso
I suini da ingrasso, all'età di circa tre mesi vengono portati nei box dove chiuderanno il loro
ciclo in circa sei mesi. Più è alto il peso che si vuole far raggiungere all'animale più tempo
questo rimarrà nel box. I box sono in grado di ospitare 10-15 maiali e sono costruiti
solitamente interamente di cemento. Si crea così una situazione molto disagiata ed
innaturale per questi animali che ama no grufolare come fa il cinghiale in libertà. In questi
capannoni, d'estate, il caldo diventa insopportabili per questi animali dalla pelle delicata. In
natura scaverebbero delle fosse, nel già fresco sottobosco, in cerca di umidità. Nel cemento
invece i maiali non possono scavare in alcun modo così attuano un sistema particolare.
Normalmente esiste nei box una griglia che permette la raccolta delle feci in un recipiente
sottostante. In estate gli animali non utilizzano la griglia , ma defecano sul cemento per
creare un pantano dove potersi rotolare nelle giornate più calde. Per quanto sporco possa
essere questo comportamento, dimostra la spiccata intelligenza dei maiali. Il liquido che si
deposita sulla loro pelle evaporando diminuisce il calore corporeo. E' quindi una risposta
alle pessime condizioni in cui li obblighiamo a vivere. In alcuni allevamenti sopra il cemento
si sta prendendo l'abitudine di mettere della paglia che sicuramente risulta più comoda, ma
che non risolve il problema del caldo soffocante nel periodo estivo.
Da piccolissimi questi maiali vengono castrati. L'operazione che dovrebbe essere compito
di uno specialista viene, per ovvi motivi economici, fatta da semplici operai che non
ricorrono a nessuna anestesia. I suinetti durante "l'operazione" strillano per il dolore e la
paura. Le condizioni igieniche precarie sono testimoniate dal pessimo odore che emanano
gli allevamenti di suini. feci, urine e scarti di cibo emanano, oltre all’odore, ammoniaca e
altri gas che rendono difficile la respirazione agli animali rovinando il loro apparato
respiratorio con conseguenti irritazioni e infezioni. Anche per i maiali è quindi necessario
una continua e abbondante somministrazione di farmaci. Le manifestazioni di dolore e
sofferenza sono facilmente individuabili: - leccano per ore e sbarre - giacciono apatici a
terra - nei box, manifestano aggressività. A quest’ultima gli allevatori cercano di porre
rimedio mettendo dentro i box copertoni su cui i maiali sfogano il loro nervosismo. Altra
sofferenza è il macello. In una mattinata si arrivano a macellare (in un solo macello) 1.000
suini. L'uccisione avviene per sgozzamento dopo lo stordimento dell’animale, ma dato il
numero così abbondante di uccisioni spesso lo stordimento non viene ben eseguito e
l'animale viene sgozzato ancora cosciente. La fase successiva prevede il bagno del
cadavere in una vasca di acqua bollente. Nel caso in cui lo stordimento non sia stato fatto
bene nella vasca arriva un animale ancora vivo... possiamo solo immaginare la sua
sofferenza.

Scrofe da riproduzione
La vita delle scrofe dura circa 2 anni, mentre in natura dovrebbe vivere circa 18 anni.
Inizia lmente, dopo la nascita, le giovani scrofe vivono in box con pavimento cementato.
Rimangono nei box fino alla loro prima gravidanza.
Dopo l'accoppiamento (sempre più spesso artificiale), vengono trasferite in piccole gabbie
di ferro che le fasciano totalmente impedendogli qualsiasi movimento compreso quello di
girarsi su se stesse.
Quindi dentro queste gabbie possono solo alzarsi per alimentarsi o sdraiarsi.
Pochi giorni prima del parto vengono trasferite nelle sale parto dove aspettano di partorire
fasciate da una serie di tubi che lasciano libera solo la parte inferiore del corpo della scrofa
per permettere ai piccoli di poter circolare.
In queste gabbie le scrofe trascorrono 40-50 giorni, finché i piccoli non vengono
trasferiti in altri box e le scrofe ricominciano il ciclo.
Una scrofa partorisce in vita sua 3-4 volte.
Prima le scrofe venivano legate ad una corta catena. Adesso questo tipo di allevamento è
vietato, ma a quanto pare la condizione di vita di questi animali non è migliorata.

Cavalli da ingrasso
L'allevamento dei cavalli da destinare alla macellazione è una "scoperta" recente. Il
consumo della sua carne non è mai stato elevato in quanto veniva utilizzato per lo più da
quelle persone che la mangiavano per non incorrere nella tenia (questo parassita non si
trova infatti nella carne di cavallo). Dopo la vicenda "mucca pazza" il consumo della sua
carne è andato aumentando. Per fortuna il livello di specializzazione nell'allevamento di
questi animali non raggiunge, e si spera non raggiungerà mai, il livello di quello degli altri
animali e quindi ancora oggi anche in questi nuovi allevamenti i cavalli godono di una
discreta situazione. I cavalli da macello però, a differenza dei loro parenti corridori, valgono
solo quanto vale la loro carne e nei trasporti vengono costretti a sopportare condizioni
indicibili. I cavalli allevati in Italia non riescono a soddisfare la richiesta italiana della carne
equina così molti cavalli provengono dai paesi dell'est. Per risparmiare sui costi del
trasporto i camion vengono caricati a tal punto che i cavalli si ritrovano schiacciati l'uno
sull'altro. Questo è naturalmente contro la legge, ma i controlli sono praticamente
inesistenti. Una volta arrivati in Italia, dopo un lungo ed estenuante viaggio, i cavalli
vengono allevati all'ingrasso e in seguito macellati.
Pecore e capre
L'elevata rusticità di questi animali e la mancanza di una marcata richiesta del mercato
della loro carne ha fatto si che queste specie ricevono dall'uomo un trattamento ancora
relativamente vicino a quelle che sono le loro richieste. Pecore e capre vivono ancora
secondo natura. Pascolano in campi aperti. L'alimentazione è costituita da erbe e arbusti
che vengono cercati dall'animale stesso. Nei pascoli passano dopo i grandi ruminanti
(bovini) in quanto si cibano di quello che scartano i bovini. Tutto ciò avviene per motivi
economici, in quanto i costi di mantenimento di un gregge che vive al pascolo è
praticamente nullo. Sempre per motivi economici, non conviene ancora fare un
allevamento intensivo su larga scala , così parto e fecondazione avvengono ancora in
maniera naturale senza l'intervento dell'uomo. Momento di sofferenza è la tosatura della
lana in quanto vengono legate per le zampe e trattate con rudezza ricevendo spesso delle
brutte ferite dovute alla forbice per tosatura o alla tosatura meccanica. Nelle razze di lana
pregiate si utilizza una tecnica che permette di isolare il manto dall'ano, perché questo non
si rovini. La tecnica è quella di praticare un'incisione attorno all'ano in maniera tale da
lasciare una cicatrice su cui non cresca la lana e che isoli l'ano dal resto del manto. Altra
sofferenza è l'elevata produttività che devono mantenere le femmine. Partoriscono due
volte l'anno e se non riescono a farlo diventano antieconomiche e vengono destinate al
macello. Purtroppo in qualche caso ancora molto raro l'allevamento intensivo di pecore e
capre è iniziato.

L’agnello pasquale
L'agnello pasquale rappresenta un problema per i cristiani vegetariani. L'Ultima Cena è
stata una Pasqua ebraica che Gesù e gli Apostoli hanno celebrato banchettando con la
carne di un agnello?
I primi tre vangeli dicono che l'Ultima Cena era la cena della Pasqua ebraica, indicando così
implicitamente che Gesù e suoi seguaci mangiarono l'agnello pasquale (Matteo 26. 17,
Marco 16. 16, Luca 22. 13). Giovanni invece dice che l'Ultima Cena ebbe luogo prima:
"Ora, prima della festa del passaggio (la Pasqua ebraica), Gesù, sapendo che era giunta la
sua ora si alzò da tavola e lasciò cadere i suoi vestiti, e prese un asciugamano e con esso si
cinse la vita." (Giovanni 13. 1-4). Se la sequenza temporale è stata diversa, allora l'Ultima
Cena non è stata un banchetto di Pasqua.
Nel libro “Why Kill For Food?”, lo storico inglese Geoffrey Rudd analizza la questione
dell'agnello pasquale nel modo seguente. L'Ultima Cena ebbe luogo un giovedì sera; la
crocifissione, il giorno immediatamente successivo: venerdì. Tuttavia, dal punto di vista
ebraico, i due eventi avvennero lo stesso giorno, dato che la giornata ebraica comincia al
tramonto della sera precedente. E' naturale che questo abbia generato una certa
confusione. Nel capitolo 19 del suo vangelo, Giovanni dice che la crocifissione ebbe luogo il
giorno della preparazione della Pasqua, che sarebbe il giovedì. Più avanti, nel verso 31,
afferma che il corpo di Gesù non fu lasciato sulla croce perché "il giorno del Sabbath era un
giorno sacro". In altre parole, la Pasqua ebraica, che cade di Sabbath, cominciò al tramonto
di quel venerdì, dopo la crocifissione.
Sebbene i primi tre vangeli contraddicano la versione di Giovanni, che la maggioranza degli
studiosi della Bibbia considera un resoconto accurato, in altri punti la confermano. In
Matteo 26. 5, per esempio, i sacerdoti dicono che non uccideranno Gesù durante la festa
"perché potrebbe nascere un tumulto tra la gente". D'altra parte, lo stesso vangelo di
Matteo in un altro punto colloca L'Ultima Cena e la Crocifissione nel giorno della Pasqua.
Bisogna notare, inoltre, che in accordo all'usanza talmudica era impensabile celebrare
processi ed esecuzioni nei primi, i più sacri, giorno della Pasqua.
Poiché la Pasqua è altrettanto sacra del Sabbath, se fosse stata già cominciata gli ebrei non
avrebbero certo avuto armi addosso (Marco 14. 43, 47), né avrebbero acquistato lino e
spezie per la sepoltura (Marco 15. 46, Luca 23. 56). Infine, la fretta con cui i discepoli
misero Gesù nella tomba conferma il loro desiderio che il suo corpo fosse tolto dalla croce
prima che cominciasse la Pasqua.
In realtà, dell'agnello si nota soprattutto l'assenza: non viene mai neppure menzionato in
relazione all'Ultima Cena. Tutte le coincidenze indicano che l'Ultima Cena non fu un
banchetto pasquale con l'agnello tradizionale, ma piuttosto una "cena d'addio" che Gesù
condivise con i suoi discepoli. Lo scomparso rev. Charles Gore, vescovo di Oxford, lo
conferma: "Dobbiamo ammettere che Giovanni ha ragione quando corregge Marco riguardo
alla natura dell'Ultima Cena. Non si trattò di un banchetto di Pasqua, ma di una cena
d'addio che Egli celebrò con i Suoi discepoli. Inoltre, le descrizioni della cena non
corrispondono al cerimoniale della cena di Pasqua."
Conclusione
In base alle traduzioni letterali dei primi testi cristiani, non esiste circostanza in cui il
mangiare carne sia ammesso oppure accettato. Le successive giustificazioni cristiane del
mangiare carne si basano su traduzioni inesatte o su interpretazioni letterali del simbolismo
cristiano del tutto soggettive.
I primi Padri e le prime sette cristiane praticavano uno stretto vegetarianesimo. Così,
l'insigne ordine dei Francescani, per esempio, celebrava l'unita della creazione
sottolineandone l'origine comune. "Quando San Francesco considerava la fonte primordiale
di tutte le cose - scriveva San Bonaventura - si sentiva colmo di ancora più abbondante
pietà, e chiamava le creature, anche le più piccole, con il nome di fratello o sorella, perché
sapeva che venivano dalla stessa fonte da cui anche lui veniva."
Un pensiero assai coerente.

Oche e anatre
Il foie gras non è altro che il fegato di oche ed anatre gonfiato in modo abnorme a seguito
di un metodo d'alimentazione denominato "gavage" (ingozzamento) che causa in questi
animali l'insorgere di una malattia al fegato chiamata steatosi epatica. Il trattamento
dura dalle due alle quattro settimane durante le quali viene loro infilata direttamente nel
gozzo, dalle tre alle otto volte al giorno, una palla di mais cotto e salato del peso di
400/500 grammi (come se una persone del peso di 80 Kg fosse costretta a mangiare 20
Kg di spaghetti al giorno) attraverso un tubo metallico di circa 28 cm di lunghezza che
viene infilato nella gola causando, tra l'altro lesioni e fratture del collo, lesioni del gozzo
con conseguenti infezioni e soffocamenti.
In Italia, nel 1995, sono stati importati quasi 10.000 Kg di fegato d'oca "trattato"; si può
quindi stimare intorno alle 25.000 il numero di oche torturate ed uccise all'estero ogni
anno per soddisfare i palati italiani e più o meno altrettante sono quelle che subiscono la
stessa sorte negli allevamenti nostrani.
Il foie gras viene consumato "al naturale", semplicemente bollito, oppure usato per la
preparazione di "paté".

Gli Allevamenti
Le oche e le anatre destinate alla produzione di foie gras vengono confinate in gabbie di
rete metallica delle dimensioni di 25x15 cm dove è impossibile il movimento e dove sono
private delle più elementari esigenze naturali oltre ad avere amputate le ali. Ingrassando
non riescono più neanche ad infilare la testa attraverso la rete e ciò le costringe a vivere
costantemente curve. Nel caso degli allevamenti in "parchi collettivi d'ingozzamento"
(15-20 animali in 3mq) si rimedia all'aggressività dovuta allo stress ed alla paura con lo
sbeccamento (taglio del becco) ed il taglio delle unghie all'età di due settimane. Il becco è
il principale organo di senso di questi animali e la sua mutilazione provoca sofferenze per
tutta la vita. I maschi producono un fegato di "migliore qualità", per cui ogni anno doversi
milioni di anatroccoli femmine vengono eliminati in macchine frantumatrici o
soffocati dentro sacchi.
L'uccisione delle oche e delle anatre avviene per immersione in un bagno di acqua
elettrificata. Durante l'immersione gli animali si dibattono in modo convulso e le
sofferenze proseguono fino al momento dello sgozzamento.
Cos'è la Steatosi Epatica
E' una malattia che colpisce i volatili a seguito di sovralimentazione e specialmente quando
sono tenuti in gabbia. Il sovraccarico lipidico (grasso accumulato in eccedenza) che si
verifica a causa dell'eccessiva alimentazione è infatti aggravato dall'impossibilità di
movimento imposta dalle gabbie in cui sono costrette oche ed anatre durante il gavage.
Questa patologia sarebbe reversibile se non fosse che il prolungato trattamento,
finalizzato appunto alla produzione del foie gras, la porta ad estreme conseguenze ed è
spesso causa di emorragie con conseguente versamento di sangue nella cavità
addominale. In sintesi, la steatosi epatica è dovuta ad una eccessiva quantità di grasso
depositato nel fegato, che aumenta di volume e di peso dalle sette alle dieci volte; le
conseguenze per l'animale sono devastanti, attacchi cardiaci, cirrosi fino ad arrivare in
alcuni casi alla morte dell'animale.

Conigli
Sono allevati in gabbie di metallo di dimensioni molto piccole, riducendo lo spazio vitale
al limite minimo. Per la sua natura schiva e molto timida necessita una tana in cui
rifugiarsi. Negli allevamenti invece i conigli sono stipati in gabbie prive di ogni rifugio e in
ambiente non del tutto buio (condizione che preferiscono). In questo modo all'arrivo di una
figura umana non possono, impauriti, rifugiarsi da nessuna parte e sbattono contro le
pareti alla ricerca disperata di un rifugio. Solo successivamente si abituano a tale situazione
di stress. In una gabbia vivono solitamente più animali, la qual cosa condiziona ancora più
la loro posizione nella gabbia. Il mercato regola il numero di animali nella stessa gabbia non
essendo questa condizione limitata da nessuna legge. Se il mercato richiede più carne di
coniglio più animali verranno stipati nelle gabbie. Per combattere lo stress si fa spesso
ricorso a farmaci e prodotti chimici che hanno lo scopo di aumentare o mantenere alto
l'appetito. Inoltre è indispensabile per la loro sopravvivenza in queste condizioni l'utilizzo di
antibiotici per tutta la loro vita. Il controllo delle carni è molto basso nei conigli quindi non
sappiamo di preciso quanti residui rimarranno nelle carni destinate ai consumatori. Segno
della scarsa considerazione su questo tipo di allevamento è il fatto che non si conteggiano i
conigli in base al numero di animali, ma a peso di carne macellata.
In Italia si allevano 80 milioni di conigli da carne. Le pelli vengono utilizzate nelle
pelliccerie.
Anche nelle macellazioni i controlli sono molto ridotti, il che porta spesso all'assenza del
veterinario al momento dello stordimento. Il veterinario infatti è solitamente presente al
momento della macellazione, cosa importante dal punto di vista sanitario per il
consumatore. Lo stordimento, che dovrebbe avvenire elettricamente o con monossido di
azoto non avviene quindi sotto il controllo veterinario il che spesso porta gli addetti allo
stordimento a stordire i conigli con metodi più tradizionali ed economici come la "classica"
botta sulla testa.

Lumache
La Raccolta
Un tempo le lumache vivevano esclusivamente nei prati, nei giardini e nei fossati. Uscivano
allo scoperto la sera e la mattina presto. In piccole quantità venivano raccolte in quelle ore
dagli uomini che sceglievano di nutrirsene.
L'Allevamento
Da qualche anno anche le lumache sono entrate a far parte dell'allevamento intensivo.
Vengono chiuse dentro dei fossati (o meglio pozzi), ammassate in quantità enormi,
nutrite con erba i cui esuberi marciscono. Si crea una situazione di allevamento
totalmente innaturale in quanto le lumache, in natura, vivono muovendosi continuamente
ed avendo pochissimi contatti con altri esemplari se non per ragioni riproduttive.
Come vengono uccise
Sia nel metodo tradizionale che in quello "industriale" le cose dalla raccolta alla morte delle
lumache avvengono allo stesso modo. Vediamo come.
Una volta raccolte vengono rinchiuse in grandi contenitori, ammassate e trattate come
cose. In questi contenitori, private del cibo, vivono anche due settimane in maniera tale
che le loro viscere si svuotino. A questo punto vengono messe in commercio. A casa, il
consumatore le mette in bacinelle piene d'acqua in modo che le lumache vive cerchino
disperatamente di uscire. Questa tecnica serve a separare le lumache che sono riuscite a
sopravvivere al digiuno forzato da quelle morte (non buone per il consumo). Una volta
selezionate, le lumache vive, vengono ben lavate e messe dentro pentoloni con acqua
fresca. La pentola viene messa sul fuoco cosicché l'acqua comincia a bollire e le lumache
muoiono ustionate ed annegate. Alcune di loro tuttavia riuscendo a risalire la parete
della pentola nel disperato tentativo di scappare alla crudele sorte a loro destinata, si
ustionano al contatto con le pareti metalliche della pentola.
Leggi: trattate e considerate come delle cose, questi animali non sono protetti, in Italia, da
nessuna legge. Questo perché ancora in molti pensano che questi animali non possano
soffrire.

Galline e polli
Polli da carne
Allevati ormai quasi esclusivamente in capannoni industriali sono assoggettati a sistemi di
allevamento diversi. I polli da ingrasso sono allevati nei capannoni su superfici libere ma
estremamente ridotte; ad ogni pollo è destinato uno spazio di 20x30 centimetri. In soli 38
giorni gli animali devono raggiungere il peso ottimale per la vendita. La loro alimentazione
è perciò molto spinta producendo spesso problemi alle ossa che in 38 giorni non riescono a
crescere quanto necessario per sorreggere il peso che i volatili hanno raggiunto. Gli animali
non possono coricarsi perché verrebbero investiti dal movimento del resto del gruppo (si
parla di migliaia di animali in un unico capannone). La lettiera su cui stanno non viene mai
cambiata, se non dopo l'allontanamento dell'intero gruppo al termine dei 38 giorni.
L'accumulo degli escrementi per così tanti giorni determina una massiccia produzione di
ammoniaca che infiamma le vie respiratorie. Il ritmo giorno/notte è inoltre completamente
alterato in quanto gli animali vivono sempre in una mezza penombra così da poter
mangiare in maniera continuativa. Altra violenza è l'utilizzo di medicinali utili per
sopportare lo stress e per affrontare le parassitosi che in tale sovraffollamento sarebbero
inevitabili e letali.

Galline Ovaiole
Sono rinchiuse in gabbie di rete di superficie uguale a 450 centimetri quadrati per animale,
equivalente ad un rettangolo di 22 cm per 22,5 cm cioè inferiore ad un normale foglio A4 e
studiate per ospitare 3-4 galline. In queste gabbie non riescono ad aprire neanche le ali,
non possono camminare e sono quindi obbligate ad una sola posizione, in fila lungo la
mangiatoia. La rete che fa da pavimento è necessaria per far cadere le feci, ma ferisce
inevitabilmente le zampe. Di solito le gabbie sono sovrapposte fino a 4-5 piani. Lo stress
per gli animali è inevitabile, ed è tanto elevato che li porta ad una continua irritazione che
spesso sfocia in atteggiamenti aggressivi con gli altri animali. Per questo motivo si taglia
loro il becco quando sono ancora dei pulcini. Il taglio del becco lascia scoperti terminali
nervosi che provocano ininterrotto dolore durante tutta la loro breve vita. Vengono allevati
in gabbia in Italia 40 milioni di galline con la produzione di 12 miliardi di uova
all'anno. La vita in gabbia dura 2 anni (termine oltre il quale gli animali in queste
condizioni non riuscirebbero comunque a sopravvivere) dopo tale periodo le galline
vengono avviate al macello.
Le condizioni di allevamento di polli e galline è quindi inevitabilmente innaturale e porta ad
una continua sofferenza dovuta al mancato soddisfacimento dei propri bisogni etologici e
fisici. Basti pensare che in natura vivevano abitualmente in gruppi di 4-5 femmine ed un
gallo liberi di razzolare girovagando alla ricerca di cibo e dormendo sugli alberi. Le
condizioni di allevamento descritte valgono anche per oche, anatre, quaglie, capponi e
tacchini. In ogni caso solo gli animali da riproduzione sono lasciati vivere con una
maggiore "libertà".

BASTA ! ! !


Nel mondo, secondo gli ultimi dati disponibili, si allevano circa 1 miliardo e 300 milioni di bovini, 2 miliardi e
700 milioni di ovini e caprini, 1 miliardo di suini, 12 miliardi di polli e galline e altro pollame. In alcuni paesi
'emergenti', come il Brasile o l'India, il consumo e' cresciuto e continua a crescere, mentre in Europa si
registra un calo dell'1%. In testa ai consumi la Francia seguita dall'Italia dove dagli anni 60 ad oggi i consumi
sono costantemente aumentati (+180%) fino al 2011 per poi calare bruscamente passando dai 95kg pro
capite annui agli 88 kg. Ogni anno in Italia si macellano circa 4.700.000 bovini di cui la meta' italiani e la
meta' importati.
Nord, Centro e Sudamerica producono il 43% di tutta la carne bovina del mondo. L'Europa occidentale il
17%, la Russia il 18%.
Nessun alimento ha un 'costo ambientale' cosi' elevato come quello della carne: per produrre un chilo di
manzo servono oltre 15 mila litri d'acqua e, secondo la FAO, gli allevamenti pesano per il 18% sul totale
delle emissioni di gas serra.
Sabato prossimo a Milano, in occasione della giornata mondiale per l'Abolizione della carne, l'associazione
Oltre la Specie promuovera' un Flash Mob a sorpresa in cui verra' messa in scena la quotidiana violenza
compiuta su milioni di animali utilizzati per l'alimentazione umana.

http://www.oltrelaspecie.org/


sábado, 26 de janeiro de 2013

Per i miei "sfortunati" connazionali: MEDITATE GENTE, MEDITATE .....

La presidente Dilma Rousseff ha annunciato mercoledì scorso che il Governo ridurrà a partire da lunedì (cioé 5 giorni dopo, alla faccia degli "annunci all'italiana tipo abiremo le province!.....) il costo dell'energia elettrica del 18% per le utenze domestiche e del 32% per le imprese.

Tracce sui giornali italiani?

Spunti di riflessione per i vari politici italiani?

Lancio della notizia sulle tv italiane?


MA NESSUNO CHE SI VERGOGNI NEANCHE UN PO'?


>>>>>>>>>>>>>>VIVA BRASIL <<<<<<<<<<<<<<<



sexta-feira, 25 de janeiro de 2013

Stragi e Antidepressivi: c’è un nesso, ma non si dice. Big Pharma non Vuole - La Leva di Archimede (IT)

Stragi e Antidepressivi: c’è un nesso, ma non si dice. Big Pharma non Vuole - La Leva di Archimede (IT)

José Mujica chefe de governo do Uruguai desde março de 2010 e que permanecerá no poder até março de 2015.


Acredite: o proprietário e motorista desse fusquinha é o presidente de um país — o Uruguai


O presidente do Uruguai José Mujica desce de seu Fusca do valor de $1000.


O presidente da República na casa em que vive, no sítio pertencente à mulher
Religião não define caráter

A Associação Brasileira de Ateus e Agnósticos é uma entidade sem fins lucrativos sediada virtualmente no site www.atea.org.br, registrada na Receita Federal - Cadastro Nacional de Pessoa Jurídica (CNPJ) sob o número 10.480.171/0001-19 e no 1º Oficial de Registro de São Paulo/SP. 


É uma associação de direito privado, constituída por tempo indeterminado, sem fins econômicos, de caráter organizacional, filantrópico, assistencial, promocional, recreativo e educacional, sem cunho político ou partidário, com a finalidade de desenvolver atividades no campo da ordem social que busquem promover o ateísmo, o agnosticismo e a laicidade do Estado.
Segundo seu estatuto, a Associação Brasileira de Ateus e Agnósticos tem como objetivos:
  • Congregar ateus e agnósticos, defendendo seus interesses e direitos, em todo o território nacional, bem como nos países ou estados independentes onde o Estado Brasileiro
    possui representação diplomática;
  • Combater o preconceito e a desinformação a respeito do ateísmo e do agnosticismo, dos ateus e dos agnósticos;
  • Auxiliar a auto-afirmação dos ateus e agnósticos frente ao preconceito e a rejeição sociais;
  • Apontar o ateísmo e o agnosticismo como caminhos filosóficos viáveis, consistentes e morais;
  • Promover sistemas éticos seculares;
  • Promover a laicidade efetiva do Estado, combatendo em todas as esferas legais qualquer tipo de associação que seja contrária ao descrito na Constituição da República Federativa
    do Brasil;
  • Promover o pensamento crítico e o método científico; e
  • Defender os direitos legais de ateus e agnósticos podendo participar e contribuir com as instituições democráticas legalmente descritas e fundamentadas na Constituição da República Federativa do Brasil, fazendo sugestões, participando de discussões sociais e representando ações públicas ou privadas sempre com base nos objetivos descritos e fundamentados no estatuto. 
Partecipe AVAAZ.org O mundo em ação


quinta-feira, 24 de janeiro de 2013

Muffin de Banana





de:
http://vista- se.com.br/redesocial/muffin- de- banana/

January 24, 2013

Ingredientes
2 bananas maduras
1/2 xícara de açúcar mascavado
2 xícaras de farinha de trigo
7 colheres de sopa de óleo
1 colher de chá de sal
1 colher de chá de bicarbonato de sódio
Preparação
Esmague as bananas e junte o óleo e o açúcar. Misture bem.
Adicione a farinha, o sal e o bicarbonato de sódio. Misture tudo sem bater.
Despeje a mistura em formas especiais para cupcakes ou muffins e coloque-as no forno a
180º.
Estará bom quando você colocar um palito no muffin e ele sair limpo.

Adaptada de Sociedadevegan.com.

Com nova lei, vaquejadas são consideradas esporte no Ceará


http://vista- se.com.br/redesocial/vaquejada- e- regulamentada- como- pratica- esportiva- e- cultural- no- ceara/ January 24, 2013



A sede do Governo do Estado do Ceará, onde foi sancionada a lei, chama-se “Palácio da
Abolição“
Um dos mais belos Estados brasileiros, o Ceará, hoje governado por Cid Ferreira Gomes, teve
sua história manchada com a Lei 15.299, de 8 de janeiro de 2013, de autoria deputado
Wellington Landim (PSB).
Segundo regulamenta a nova lei, a prática da vaquejada é considerada uma prática esportiva e
cultural do Estado do Ceará.
A presidente da União Internacional Protetora dos Animais (Uipa), Geuza Leitão, declarou que
a entidade vai apelar para o Supremo Tribunal Federal (STF) contra a lei que, segundo ela, é
inconstitucional.
“Não concordamos com isso porque combatemos a vaquejada e qualquer outra prática que trate
de maneira incorreta os animais”, afirma.
Veja qual é a pena para quem ferir um animal durante as competições
A nova lei prevê uma pena digna de riso ao vaqueiro que causa dano proposital aos animais
envolvidos no “esporte”. O participante que ferir ou maltratar um animal será automaticamente
desclassificado da competição. E só. Vale ressaltar que o texto deixa bem claro o termo
“proposital”, ou seja, se for entendido que o vaqueiro não teve culpa caso um animal venha a
fraturar a coluna e morrer, nem desclassificado da “competição esportiva” ele é.
A vaquejada é um negócio milionário no Ceará e, desta vez, o lobby das empresas envolvidas
foi mais forte que o bom senso.

quarta-feira, 23 de janeiro de 2013

Alberto Lacet – “A leitora” (óleo sobre tela, 100x70cm)


Alberto Lacet,  pintor paraibano, do qual tenho a honra da amizade dele, sempre me surpreende com o seu estilo e a sua técnica maravilhosa.

Amigos, curtimos juntos esta obra de arte!



Dá pra sentir frio ou calor?


desafio gostoso


Concurso de Receitas Veganas - Ativeg Recife


O grupo Ativeg Recife lançou seu primeiro concurso de receitas veganas!

Os 4 melhores participantes terão a chance de fazer parte de um DVD de culinária vegana, além de ganharem prêmios! As receitas deverão ser enviadas até o dia 20/02 e estarão disponíveis para votação até o dia 10/03. O concurso é valido para todo o Brasil!!

Para conferir o regulamento completo, confirmar a participação e convidar os amigos, basta acessar a página do evento no Facebook:
https://www.facebook.com/events/588036137880180/?ref=22

Mais informações na página do Ativeg Recife no Facebook:
https://www.facebook.com/AtivegRecife

E-mail para contato: ativeg.recife@gmail.com

Participem!

terça-feira, 22 de janeiro de 2013

Roberta Benetti Scopre come Curare Cancro Senza Chemioterapie - La Leva di Archimede (IT)

PARABÉNS ROBERTA, VÁ PRA FRENTE !

Roberta Benetti Scopre come Curare Cancro Senza Chemioterapie - La Leva di Archimede (IT)
A AMAZONIA PEDE A NOSSA AJUDA E NOS PEDIMOS AJUDA DELA PARA VIVER

Acesse:

http://www.facebook.com/amazoniaemextincao

http://www.facebook.com/photo.php?fbid=490461837664689&set=a.427307223980151.103643.427277680649772&type=1&ref=nf





AMAZÔNIA o livro de ouro

João Meirelles Filho, empreendedor social, administrador de empresas formado pela FGV-SP, dedica-se à  educação ambiental, ao ecoturismo e à  capacitação de organizações civis em  mobilização de recursos. É coordenador do Instituto Peabiru e autor do Livro de Ouro da Amazônia.
Eu aconselho muito ler este livro que abre a mente e ajuda a pensar para um modelo novo e mais inteligente do nosso futuro.
BOA LEITURA A TODOS.



segunda-feira, 21 de janeiro de 2013

3º Cultura Veg - Cine-debate: "A Engrenagem" - PE


clique para ampliar


O objetivo do Projeto Cultura Veg é promover o vegetarianismo e incitar a reflexão e o debate sobre
temas relacionados, como a Ética Animal, Nutrição e Saúde, Segurança Alimentar, Ética Ambiental,
dentre outros, que consideram outra perspectiva ideológica e de consumo, levando principalmente
em consideração o tratamento e a relação com os animais não-humanos.

Nesta edição haverá a exibição do filme "A Engrenagem",
do Instituto Nina Rosa, seguida por um debate.

Data: 30 de janeiro de 2013, quarta-feira, 19h.
No Facebook:
https://www.facebook.com/events/327551480682519
/?suggestsessionid=d1f63d264b3691df85accd21a076915e 


Sinopse do filme:
A discussão sobre o veganismo e seus benefícios ao meio ambiente e ao futuro é extensa e muito
mais complexa do que simplesmente parar de comer carne. Envolve a diminuição da poluição
atmosférica, a preservação de recursos vegetais e hídricos, e muitas outras questões.
Numa linguagem descontraída, o filme tem a participação voluntária da modelo e apresentadora
Ellen Jabour e do ator Eduardo Pires, ambos vegetarianos, e tem o objetivo de alertar e levantar
algumas questões como  “Você já se perguntou de onde vem nossa comida?
Quais os impactos que ela nos traz? A Engrenagem responde. "
http://www.domenicodemasi.it/pt/
http://www.refletirbrasil.com/index.html
http://www.advivo.com.br/forward/emailref?path=node/1228643

gostoso!

Hoje em casa eu fiz sorvete de fruta com abacate, manga, água de coco e pronto, só isso! Não precisa de outro para ficar uma delicia somente pela qual  vale a pena viver neste pais abençoado pela natureza. Viva Brasil!

 ++

.... e tudo isso sem violência: nenhum ser senciente foi engaiolado, torturado e depois matado ...
(medite gente)

sexta-feira, 18 de janeiro de 2013

a esperança

CHEGARA UM DIA EM QUE A MATANÇA DUM ANIMAL SERA PERCEBIDA COM A MESMA CRITICA QUE A DE UM HOMEM
(Leonardo da Vinci)